La Religione Islamica Permette Tutte le Transazioni Finanziarie Come il Commercio


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La religione islamica permette tutte le transazioni finanziarie come il commercio, l'azionariato, l'affitto ed i compensi, perché tutto questo facilita ed agevola la vita quotidiana.

Si tenga presente però che ognuna di tali transazioni deve essere completamente conforme alle norme islamiche e non arrecare alcun danno alle parti implicate. Le parti devono essere consenzienti ed i termini contrattuali chiaramente definiti.

L'Islam vieta quel tipo di transazioni che si basano o permettono l'interesse, l’usura, il gioco d'azzardo e le transazioni incerte o non ben definite.

Tutti possono ed hanno diritto di disporre liberamente dei propri beni e di compiere ogni transazione lecita. È comunque vero che tale diritto può essere sospeso qualora la persona si riveli incapace di intendere e di volere, se si commette un grave reato o se si causa un torto/danno ad altrui. Come nel caso della persona mentalmente incapace, del minorenne o dell'irresponsabile. È il caso anche della persona indebitata. Nessun dubbio che tale pratica è delle più saggie, dato che si basa sul rispetto e sulla garanzia dei diritti altrui.

Quando si effettuano delle transazioni finanziarie, bisogna essere molto attenti a non incorrere nella Riba in quanto rappresenta uno dei peccati maggiori.

Riba significa un aumento di qualcosa.

La parola deriva da una radice che indica un aumento o crescita. Allah, l’Eccleso dice: “Ciò che concedete in usura, affinché aumenti a detrimento dei beni altrui, non li aumenta affatto presso Allah [1]. Quello che invece date in elemosina bramando il volto di Allah, ecco quel che raddoppierà. ”(Corano, Interpretazione del significato, Sura Ar-Rûm, i Romani, XXX, V.39)

“Coloro invece che si nutrono di usura[2] resusciteranno come chi sia stato toccato da Satana. E questo perché dicono: “Il commercio è come la usura!”. Ma Allah ha permesso il commercio e ha proibito l'usura.” (Corano, Interpretazione del significato, Sura Al-Baqara, La Giovenca, v.275)

La Riba ebbe origine al tempo della Jahiliyyah nell’era pre-islamica. Con l’avvento dell’Islam, ogni forma di interesse fu proibito, anche la riba al-fadl, che significa aumentare l’ammontare quando si scambia un oggetto per un altro dello stesso tipo.

L’Islam stabilì che gli scambi venissero fatti di persona e che i beni o oggetti dovessero essere della stessa qualità. Se ad esempio si vende una misura di grano per due misure di grano, anche se lo scambio avviene di persona, il venditore ha commesso un atto di riba.

Il principio della circolazione del capitale esiste sia nel mondo islamico che nel mondo occidentale non islamico. Quello che si intende è di far circolare il capitale così che esso aumenti di valore. Lo stesso si applica al prestito; si offre denaro in forma di prestito a patto che si riceverà in cambio una cifra maggiore. Questa transizione è senza dubbio riba.

Stando all’Enciclopedia Treccani, con Circolazione Monetaria si intende una serie di significati diversi, tra cui vi è “il concetto di circolazione monetaria sotto l'aspetto dinamico. Ogni scambio economico consta di una prestazione e di una controprestazione. La prestazione consiste nel trasferimento da una persona all'altra di dati beni o servigi; la controprestazione nel trasferimento in senso inverso di moneta e suoi surrogati. In un paese progredito gli scambî si seguono continui, quindi esiste una corrente continua di trasferimenti di beni e servigi; e a questa fa riscontro una corrente, pure continua, di trasferimenti di moneta e suoi surrogati. È questa seconda corrente che costituisce la circolazione monetaria sotto l'aspetto dinamico.”

Non vi è nulla di sbagliato nel principio della circolazione del capitale che viene investito nel commercio o in affari, e che il profitto venga diviso tra il possessore del capitale e il funzionario (operaio, dipendente). Questo viene definito mudaarabah (divisione del profitto) e non vi è nulla di sbagliato in questo se il capitale è tenuto distinto dal profitto. Se questo denaro viene depositato in una banca basata sulla riba, allora prendere gli interessi non è permesso e non è permesso consumarli. Non è permesso trattare con queste banche, così come i prestiti ad interessi non sono permessi. [3]

Parzialmente tratto da islam q&a

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[1] Non c'è ancora in questo versetto la proibizione della “ribâ” (l'interesse sul denaro) che verrà poi inequivocabilmente nella sura II, 275, ma c'è già la denuncia della sua negatività spirituale. Quest'altra possibilità di traduzione modificherebbe il soggetto e si rivolgerebbe a quelli che subiscono l'usura e non a quelli che ne traggono vantaggio: “L'interesse che versate per accrescere i beni altrui...” Fonte: Corano.it

[2] “Coloro invece che si nutrono di usura”: netta e assoluta la condanna dell'interesse sul denaro, dell'usura, della speculazione finanziaria sull'oro e sulle valute. Fonte: Corano.it

[3] Per ogni informazione specifica si consulti una persona di sapienza in Scienza Islamica.

 
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