La Preservazione Divina della Sunnah (6 di 7): Il Viaggio alla Ricerca del Hadith
Descrizione: La seguente serie di sette articoli illustra i mezzi utilizzati nel corso della storia per garantire che la Sunnah, o insegnamenti del Profeta Muhammad (la pace e le benedizioni siano su di lui), rimanesse autenticamente conservata e priva di alterazioni e interpolazioni.
Fonte: Jamaal al-Din Zarabozo, IslamReligion.com
Un altro fenomeno unico che è apparso e ha contribuito nella preservazione della Sunnah è stato il viaggio alla ricerca del hadith, con lo scopo di verificare le fonti e raccogliere più ahadith contemporaneamente. Tra tutte le diverse comunità religiose del mondo, solo la nazione islamica si è distinta tramite due caratteristiche particolari che l'hanno salvata dal perdere i suoi insegnamenti originali e puri. Queste due esclusività sono: l'uso del Isnad (catena di trasmissione), che è stato già discusso, e i viaggi intrapresi alla ricerca del hadith, che affrontiamo ora. Il grande desiderio di conoscenza religiosa tra i musulmani ha condotto gli studiosi a viaggiare da soli, per mesi ogni volta, anche solo per raccogliere o confermare un unico detto del Profeta, la pace sia su di lui. È stato quest'attaccamento al hadith e la disponibilità a sacrificare qualsiasi aspetto di questa vita mondana a contribuire nella conservazione minuziosa del hadith del Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui).
Zubayr Siddiqi ha scritto:
Diverse generazioni di “tradizionalisti” hanno lottato per il perseguimento del hadith. Il loro amore per tale studio era profondo. La loro determinazione non conosceva limiti. La loro capacità di patire disagi pur di perseguire il proprio obiettivo non aveva alcun limite. Il ricco sacrificava le proprie ricchezze in suo favore, e il povero invece gli dedicava la propria vita, nonostante la propria povertà[1].
Ma per quale motivo tale desiderio di conoscenza era così immenso tra i primi musulmani? Nessuno è in grado di rispondere in modo completo a questa domanda, ma comunque le ragioni di questo forte desiderio furono svariate. Certamente, tra queste motivazioni vi è quanto segue:
a) La conoscenza del hadith rappresentava per queste anime pie un mezzo che li conduceva alla pratica del Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) e sapevano che, seguendo le sue orme che sarebbero diventati più vicino a Dio.
b) Il Corano e il Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) hanno entrambi rilevato le virtù e l'importanza di raggiungere la sapienza. Disse Iddio l'Eccelso:
[Dì: “Sono forse di pari livello coloro che sanno e coloro che non sanno?”] (Interpretazione del Corano, Sura XXXIX, Az-Zumar, I Gruppi, parte del versetto 9).
Disse anche:
[Invero, tra I Suoi servi, coloro che temono Iddio sono solo i sapienti] (Interpretazione del Corano, Sura XXXV, Fâtir, Il Creatore, parte del versetto 28).
Tra le molte affermazioni profetiche riguardanti quest'argomento vi sono:
“A colui che intraprende una strada per raggiungere la sapienza, Allah gli facilita la strada verso il Paradiso […]” (Sahih Muslim).
Il Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) disse anche:
“Quando il figlio di Adamo muore, il suo operato si interrompe tranne in tre faccende: un’elemosina fluente, la sapienza da cui qualcuno trae beneficio o [se ha] un figlio ben disposto che invoca [il perdono, la remissione dei peccati] per lui.” (Sahih Muslim).
I primi studiosi hanno riconosciuto l'importanza di raggiungere la conoscenza e hanno altrettanto individuato che nessuna conoscenza è migliore della conoscenza del Creatore. Pertanto, hanno fatto del loro meglio per imparare gli insegnamenti del Suo Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui).
Alcuni esempi dei primi anni daranno un quadro più chiaro circa questi viaggi alla ricerca del hadith. In realtà, può essere detto che questo tipo di viaggio sia iniziato già al tempo del Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) stesso. Anche a quel tempo, la gente soleva giungere da aree più distanti di Medina per interrogare il Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) riguardo a faccende specifiche. In alcuni casi, capitava che andassero dal Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) per verificare quanto era riportato dai suoi rappresentanti. In Al-Bukhari e Muslim si può notare che i Compagni amavano tali eventi. Questo perché, come disse Anas, vi era l'interdizione di rivolgere troppe domande al Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui) e quindi attendevano la venuta di un beduino intelligente che intraprendeva il viaggio per sopraggiungere dal Profeta e porgli domande specifiche.
Gli esempi seguenti riguarderanno Compagni che hanno viaggiato per verificare alcuni ahadith che essi stessi avevano sentito dal Profeta[2].
L'Imam Al-Bukhari riportò nel suo Sahih che Jabir bn 'Abdullah viaggiò per un mese per ottenere un singolo hadith da 'Abdullah bn Unais. In una versione registrata da Al Tabaraani, si afferma che Jabir disse: “Ho voluto ascoltare un hadith sulle pene, su diretta autorità del Profeta e chi lo narrava [direttamente dal Profeta] si trovava in Egitto, così ho comprato un cammello e son partito per l’Egitto ... “[3].
Il Compagno Abu Aiuub ha viaggiato fino in Egitto per chiedere ad 'Uqba ibn 'Amir circa una narrazione. Disse che solo lui e 'Uqba erano rimasti tra quelli che avevano sentito determinati ahadith direttamente dal Profeta. Così, dopo aver ascoltato il hadith portando a termine la propria missione in Egitto tornò a Medina.
Uno dei Compagni viaggiò per visitare Fadhala bn 'Ubaid e gli disse che non era venuto a fargli visita, ma era giunto solo per chiedergli a riguardo di un hadith che entrambi avevano udito dal Profeta e il Compagno sperava che Fadhala ne avesse il testo completo[4].
Dai racconti dei Compagni si può concludere che il loro viaggio in cerca del hadith era intrapreso sostanzialmente per due motivi:
a) Per ascoltare da un altro Compagno contemporaneo un hadith che non aveva avuto l'onore di sentire direttamente dal Profeta, aggiungendolo così sapienza alla propria scienza del hadith.
b) (c) Per confermare il testo e/o il significato di un hadith che avevano sentito, loro o gli altri Compagni, direttamente dal Messaggero di Dio (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui). In questo modo anche i Compagni potevano costantemente controllare, ricontrollare e salvaguardare la purezza del hadith che essi narravano.
Nell'epoca degli studenti dei Compagni (denominati “Seguaci”), il desiderio e la volontà di viaggiare solo per sentire o confermare un hadith del Profeta non diminuirono. Medina è stata la casa del Profeta (la pace e le benedizioni di Allah siano su di lui), e per molti anni la casa della Sunnah e la città in cui molti Compagni risiedevano, dopo la morte del Profeta,e fu probabilmente il principale centro di attrazione, tuttavia, qualsiasi luogo in cui era nota la presenza di un particolare hadith diventava direttamente meta dei “viaggiatori”.
Molti esempi potrebbero essere citati. Al Khatiib Al Baghdadi ha scritto un intera opera a proposito del viaggiare alla ricerca del hadith. Il suo libro s'intitola “Al Rihla fi Talab Al Hadith” (“Il Viaggio nella Ricerca del Hadith”). Ciò che rende questo lavoro ancora più interessante è il fatto che non riguarda soltanto gli studiosi che partivano per imparare hadith.
Questi viaggi sono stati fatti da quasi tutti gli studiosi della storia dell'Islam. Infatti, se uno studioso non viaggiava, veniva considerato un caso strano, in quanto la norma era appunto il fatto di viaggiare. Tuttavia, questo libro, come ha sottolineato il curatore dell'opera, Nur al-Diin 'Itr, tratta dei viaggi in cui l'obiettivo, in quei determinati casi, è stato il raggiungimento di un unico hadith e non per la ricerca della sapienza hadith in senso generale ..! [5].
Nota:
[1] M. Z. Siddiqi, “Hadeeth Literature: Its Origin, Development, Special Features and Criticism”, (Calcutta: Calcutta University Press, 1961), pag. 48.
[2] Per aver più esempi vedere: Akram Diaà Al 'Umari, “Buhooth fi Tareekh al-Sunnah al-Musharrifah” (Beirut: Muassasah al-Risaalah, 1975), pag. 203.
[3] Disse Ibn Hajar a proposito di questa versione> catena di trasmissione buona. Vedi Ibn Hajar,” Fath Al Baari”, (1/174).
[4] Evento riportato da Abu Dauud.
[5] Vedere la prefazione di Nur Al Din nell'opera di Al Khatiib Al Baghdaadi “Al Rihla fi Talab Al Hadith”. (Beirut: Dar Al Kutub Al 'Ilmiiah, 1975), pag.10.