Il merito dell’Unicità e dei suoi benefici
Il merito dell’Unicità e dei suoi benefici:
•Le virtù che causano il maggior rilievo dalle afflizioni nella vita quotidiana nonché nell’Aldilà e spingono i loro castighi.
•Tra le sue virtù l’impedimento della permanenza eterna nell’Inferno se nel cuore della persona esiste un minor peso di fede anche quanto un granello di senape.
•Che la persona interessata tragga beneficio della vera fede e della totale tranquillità nella vita terrena nonché nell’Aldilà.
•Che l’unica ragione per meritare la benedizione di Allah e il Suo perdono, rientrando tra i beati che avranno l’intercessione del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) colui che ha detto, sinceramente, che non c’è Dio all’infuori di Allah.
•Tra le sue maggiori virtù, che tutte le azioni e le parole, sia esteriori che interiori, dipendono per la loro accettazione, la loro completezza e la loro eventuale ricompensa sull’unicità, queste opere sono complete qualora esiste una fede e una devozione forte in Allah.
•E la virtù che agevola al devoto l’attuazione delle opere buone e l’astenersi a fare del male nonché ad alleviare le sue afflizioni. Il vero devoto a Dio nella fede e nell’Unicità si rallegra nel fare del bene perché spera nella ricompensa del suo Signore nonché si distoglie facilmente dalla tendenza dell’anima per il peccato perché teme l’ira e la punizione di Allah.
•A colui la cui unicità è consolidata nel cuore, Allah gli rende piacevole e bella la fede e gli rende sgradevole il politeismo, il peccato, la rivolta e lo colloca tra i saggi.
•Allevia al devoto le disgrazie e le afflizioni, infatti, più la persona è devota, più accetta le disgrazie con cuore aperto e anima tranquilla e completa sottomissione e approvazione al tormentante destino di Allah.
•Libera l’uomo dalla schiavitù degli altri uomini, l’attaccamento a loro, la paura di loro nonché ridursi a lavorare per conto loro, e questa è la vera dignità e l’onore estremo. L’uomo è sottomesso solo ad Allah, implora e teme solo Lui, si pente solo a Lui e così ottiene la prosperità e il successo.
•Tra i meriti ineguagliabili, se l’unicità è realizzata e completata nel cuore e verificatasi la piena fedeltà, le buone opere e le parole, anche se sono pochi, diventano tanti e si moltiplicano all’infinito. La parola devozione capovolge la bilancia del devoto nel giorno del giudizio e il suo saldo non viene compensato nemmeno dai cieli e la terra con tutte le creature che li popolano … come viene riportato da Ibnu Said[1]
Viene riportato anche nell’Hadith della tavola dove c’era scritta la testimonianza (non c’è Dio all’infuori di Allah) che pesava novantanove registri colmi di peccati, ogni registro si estendeva a perdita di vista (2) perché attesta la compiutezza della devozione e dell’onestà del devoto verso Allah. Quante persone però non raggiungono tale livello perché la parola non raggiunge nei loro cuori la totale devozione come è stata raggiunta nel cuore di questa persona devota.
•Tra i meriti del monoteismo, Allah si rende garante ai devoti della conquista, la vittoria nella vita terrena, la gloria e l’onore nonché la retta via, l’agevolazione nelle loro faccende, la loro vita che viene semplificata, buona condotta nelle loro parole e azioni.
•Allah allontana dai devoti, gente della fede, le disgrazie e le afflizioni della vita terrena e quelli dell’Aldilà. Allah dona loro la bontà della vita, la fiducia in Lui e la tranquillità nell’invocarLo. La testimonianza di queste parole abbondano nel Corano e nella Sunna, e Dio ne sa di più[2]
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[1]Said El Khodari ha riportato che il profeta (pace e benedizione su di lui) ha detto: “ Mussa disse: O Signore! Insegnami qualcosa con la quale posso ricordati e implorarti. Allah disse: “Dì, O Mussa! Non c’è Dio all’infuori di Allah”. Mussa disse: “O Signore! Tutti i tuoi schiavi dicono così”. Allah disse: “O Mussa! Se i sette cieli con quelli che ci vivono- Tranne me- e le sette terre in un lato della bilancia e la testimonianza di non c’è Dio all’infuori di Allah nell’altro lato della bilancia, il lato della testimonianza penderà”. Riportato da Ibn Haban e corretto da Al Hakim.
[2]Libro “La parola giusta ai fini dell’Unicità” p: 16-19.