L'islam ha stabilito un sistema di successione che distribuisce l'eredità tra gli aventi diritto secondo una logica di equità che tiene in considerazione il legame di parentela dell'ereditiero e del grado di utilità che ne trarrà.
* L'islam ha stabilito un sistema di successione che distribuisce l'eredità tra gli aventi diritto secondo una logica di equità che tiene in considerazione il legame di parentela dell'ereditiero e del grado di utilità che ne trarrà. Uno dei vantaggi di detto sistema sta nel disperdere le ricchezze tra le mani di molte persone il che rende il monopolio di un gruppo ristretto quasi impossibile. Il Corano precisa le parti dei figli, dei padre e
madre, degli sposi, dei fratelli e sorelle nella sura di Annisa, nei versetti 11, 12 e 176. Il profeta disse in proposito: "Allah ha già dato ad ognuno quello che gli spetta, non c'è quindi bisogno di testamento per gli eredi." (Abu Daud n° 2870) L'islam autorizza il sistema di lascito di beni per tesamento che permette al fedele di destinare dopo la morte alcuni suoi beni ad opere di beneficienza, per costituire in suo favore una stabile elemosina. Però l'islam determina che tale porzione dell'eredità non debba superare il terzo dei beni, al fine di non danneggiare gli eredi del defunto. Amr Ibn Saad – Allah sia soddisfatto di lui- disse: "Il Profeta venne a rendermi visita essendo ammalato a Mecca; gli dissi: "Ho del denaro, posso disporlo tutto in beneficienza ? Mi disse "No!" "Allora la metà", gli dissi. Mi disse ancora " No" Dissi allora: "Allora un terzo" Mi disse "Un terzo e un terzo è anche troppo; meglio lasciare ricchi i tuoi eredi, invece di lasciarli poveri costretti a chiedere l'elemosina; ogni spesa che fai è una carità per te non fosse altro che un boccone che metti in bocca a tua moglie; può darsi che Allah ti ridia la salute: sarà a favore di alcuni e a scapito di altri."(Bukhari n° 1233) Allah insiste sulla necessità di non danneggiare gli eredi, precisando nel (Corano 4:12) "...dopo aver dato seguito al testamento e [pagato] i debiti senza far torto [a nessuno]."